(inviato da Don Luca Fornaciari – parrocchia di San Martino in Rio  in Reggio Emilia – pellegrinaggio dall’11/8 al 20/8 anno 2016)

Quasi per caso abbiamo scoperto questo nuovo itinerario da Assisi a Roma, denominato “Cammino della Luce” lungo l’antichissima via Amerina. Un percorso di 200km tra l’Umbria e il Lazio, da qualche tempo segnalato e agibile a tutti. La proposta è stata fatta ai ragazzi di 15/16 anni dell’U.P. Maria Regina della Famiglia di San Martino in Rio. Eravamo 35 ragazzi, 10 educatori, 3 cuochi e un sacerdote, lungo un percorso storico, naturalistico, ricco di spiritualità: da San Francesco a papa Francesco!

Inizialmente la proposta ha un po’ scioccato i ragazzi, che non avevano quasi per nulla fatto esperienze di cammino in passato, ma l’entusiasmo degli educatori e il sostegno dei genitori hanno permesso di procedere con l’organizzazione. Per quest’ultima siamo stati aiutati dalla fondazione che ha tracciato e gestisce il percorso; efficienti, colti, disponibili, ci hanno aiutato a trovare gli alloggi, la cartografia necessaria, e ci hanno persino accompagnato per alcuni tratti, i più impervi, i più suggestivi, indicandoci la strada giusta e raccontandoci la storia e l’archeologia di quello che incontravamo. Siamo passati sopra al tracciato di antiche via etrusche e romane, abbiamo ammirato antichi monasteri e splendidi eremi, che racchiudevano storie di eroi e di santi… insomma 12 giorni in cui abbiamo conosciuto meglio la storia e la cultura del nostro Bel Paese, così bello e allo stesso tempo così fragile. Un incanto, considerando anche le imponenti basiliche si Assisi e naturalmente il nostro punto di arrivo, la Basilica di San Pietro, costruita sulla tomba dell’Apostolo e centro della cristianità.

Si camminava di mattina e spesso anche nella prima parte del pomeriggio, per poi riprendersi nella seconda parte della giornata. Anche in questo senso i nostri ragazzi ci stupiscono sempre… dopo 25 km a piedi, sotto al sole, li vedevi giocare a calcetto o a pallavolo. Anche per questo l’esperienza del pellegrinaggio ci ha aiutato a crescere e a maturare. Ci siamo resi conto di tanti nostri limiti fisici e psicologici, abbiamo saputo fare a meno di tante comodità della vita ordinaria, privilegiando lo stare assieme, nella natura, consolidando meglio le amicizie e scoprendone di nuove. Ci siamo posti anche tante domande sulla nostra fede, su Dio, sui santi; i ragazzi che paiono sopiti e “sbiaditi”a casa, in queste occasioni riescono ad ascoltare tante voci, compresa quella della loro coscienza, e sono più disponibili a mettersi in gioco, a comprendere il progetto che Dio ha pensato per loro, a lasciarsi interrogare da quello che vedono, da quello che ascoltano, dagli incontri che fanno.. È meraviglioso vedere come ricordano un volto, una parola, un’omelia, un luogo, persino un orario o un dettaglio, che ritengono importanti, decisivi per loro e i loro amici. In tutto questo siamo stati aiutati dalla S.Messa quotidiana, dalle confessioni all’ultima tappa, e dalle riflessioni degli educatori sulle opere di misericordia corporale e spirituale, una ogni giorno, in cui i ragazzi erano chiamati a confrontarsi lungo il cammino.

L’invito che abbiamo rivolto loro, al termine del pellegrinaggio, nell’antica chiesa di San Pellegrino, dentro le mura vaticane, è di considerare quel giorno, come un punto di partenza e non di arrivo, come l’inizio e non il termine, di tante relazioni, di un cammino solido di amicizia e di gruppo, della ricerca di Dio e della sua volontà, di amore per la Chiesa. Auguri che sempre dobbiamo considerare attuali e urgenti anche noi educatori e noi sacerdoti.

Don Luca Fornaciari